È ufficiale: quella del 2023 è stata l’estate più calda di sempre a livello globale. Un primato che spinge a necessarie riflessioni e che desta non poche preoccupazioni. A confermarlo sono i dati relativi al trimestre giugno – luglio – agosto elaborati da “Copernicus”, il programma di osservazione della Terra dell'Unione europea che si occupa del monitoraggio del nostro pianeta e del suo ambiente.
I numeri (ovvero i dati delle temperature rilevate nei mesi presi in esame) lasciano spazio a ben pochi dubbi: la temperatura media della Terra è stata di 16,77°C, +0,66°C sopra la media. Bollino rosso per l’Europa con temperatura media continentale di 19,63°C, +0,83°C sopra la media del periodo (la quinta estate più calda mai registrata). I dati di Copernicus sono stati confermati anche dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale, che in una nota descrive luglio (2023) come il mese più caldo mai registrato, seguito da agosto con temperature medie che hanno superato i +1,5°C rispetto ai livelli pre-industriali e gli oceani, che occupano il 70% della superficie terrestre, hanno sfiorato i 21°C.
Oltre che dell’osservazione climatica, Copernicus si occupa anche di quella meteorologica e delle altre associate. In particolare, per i prossimi giorni, l’osservatorio europeo ha lanciato altri allarmi come il forte rischio di incendi in tutta l’Italia (per via delle alte temperature e del vento), soprattutto in Sardegna, Sicilia, Puglia, Molise, Basilicata, Campania e Toscana; pericolo alluvioni in Grecia (in particolare nella regione della Tessaglia); colpo di coda della tempesta di sabbia sahariana che ha colpito Spagna e Francia.
Purtroppo si parla di collasso climatico. Lo ha confermato il segretario generale dell’ONU Antonio Guterres: <<Il nostro clima sta implodendo più velocemente di quanto siamo in grado di gestire, con eventi meteorologici estremi che colpiscono ogni angolo del pianeta. Gli scienziati hanno da tempo messo in guardia dalle conseguenze della nostra dipendenza dai combustibili fossili, ma agli allarmi della comunità scientifica non sono seguiti interventi efficaci da parte dei governi, soprattutto di quelli dei paesi più ricchi del mondo>>.
Il numero uno dell’ONU anche lo scorso anno aveva ammonito la popolazione. Alla vigilia della Cop27 lanciò un messaggio molto chiaro. L'umanità aveva una scelta da compiere: o cooperare sul clima creando momenti di solidarietà o rischiare un suicidio collettivo.
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