La Via Appia entra ufficialmente nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO.
Testimonianza eccezionale di una tradizione culturale in quanto modello per la viabilità dell’epoca, la Via Appia contribuì alla diffusione della civiltà urbana e all’unificazione culturale di tutte le genti del mondo romano. Fu la prima delle grandi strade che attraversavano l’impero, costruita con tecniche ingegneristiche innovative, e ancora oggi costituisce un esempio straordinario di edilizia e di un insieme architettonico e tecnologico capace di illustrare una fase significativa nella storia umana.Inoltre, le prime 12 miglia della strada, caratterizzate da famosissimi monumenti, costituiscono uno dei tratti dell’itinerario più celebrati nell’arte attraverso i secoli; in quanto materialmente associata opere artistiche o letterarie, presenta caratteristiche che soddisfano il criterio vi della Convenzione del 1972.
Tracciata per esigenze militari dal censore Appio Claudio nel 321 a. C. per collegare Roma a Capua, e successivamente estesa fino a Brindisi, l’Appia divenne subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali, in quanto concepita fin dall’inizio come via pubblica, percorribile gratuitamente da tutti perché realizzata su terreni espropriati allo scopo dallo Stato romano. La strada fu ampliata nel corso del tempo - per questo il sito Patrimonio Mondiale comprende anche la variante al tracciato originale - fatta costruire da Traiano nel 109 d.C.
Inoltre, con la sua iscrizione, l’Italia raggiunge il numero di 60 siti inseriti nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale, della quale continua a detenere il primato.
Un importantissimo riconoscimento che darà ulteriore lustro, alla città di Rima, ma a tutta l’Italia in generale, anche in vista del prossimo Giubileo.
A disporre l’iscrizione è stato il Comitato del Patrimonio Mondiale, riunito nei giorni scorsi a Nuova Delhi. Si tratta della prima candidatura promossa direttamente dal ministero della Cultura, che ha coordinato tutte le fasi del processo.
<<È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati>>, il commento del Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano.
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