La diffusione dell’epidemia da Coronavirus ha avuto delle conseguenze rilevanti in moltissimi settori; uno tra questi è sicuramente quello del turismo. I dati Istat sul turismo nel 2020 segnalano un forte calo rispetto all’anno precedente: in particolare nei mesi del lockdown, da marzo a maggio 2020, la domanda si è quasi azzerata e le presenze nelle strutture ricettive sono appena il 9% di quelle registrate nello stesso periodo del 2019. C’è stato infatti un calo delle presenze pari a -91% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Riprendere i ritmi – e i numeri – del turismo sarà un’impresa lenta. Se da un lato il 2020 ha deciso per uno stop forzato per tutti, dall’altro lato ha dato l’opportunità per guardare il settore del turismo da una nuova prospettiva, per ripensare a nuovi modi di viaggiare e a nuovi modelli di business.
Negli ultimi anni sta crescendo il trend del turismo lento, conosciuto anche come Slow Tourism, e la nuova consapevolezza che abbiamo maturato in questo periodo di pandemia ci conferma a pieno come il modo di interpretare il viaggio stia cambiando.
Cosa si intende per turismo lento?
Se prima eravamo abituati a prenotare un viaggio last minute verso una città affollata, un weekend in una capitale europea tra un impegno di lavoro e l’altro, passeggiare tra i mercatini natalizi affollati, oggi le priorità sono cambiate ed è aumentata la consapevolezza del viaggiatore.
La scelta della prossima destinazione passa in secondo piano davanti al desiderio di scoprire, avventurarsi e partire con una maggiore coscienza di sé e di quello che si vuole imparare da quel viaggio. Più che di mete meravigliose da raggiungere parleremo di un nuovo modo di interpretare il viaggio e il turista.
Il turismo lento è completamente diverso dal turismo di massa, veloce e di consumo: questo tipo di turismo premia l’esperienza, l’approfondimento, la sostenibilità, consente ai viaggiatori di conoscere in maniera più approfondita e di vivere i luoghi insieme a chi li abita e soprattutto di privilegiare l’itinerario rispetto alla meta.
Fare turismo lento non vuol dire prediligere un mezzo di trasporto a un altro, una bicicletta piuttosto che un’auto, ma rappresenta una vera e propria filosofia: un cambiamento davvero radicale per chi è abituato a viaggi frenetici.
Intraprendere un viaggio “lento” non richiede grandi preparazioni: basta solo tanta forza di volontà e voglia di mettersi in gioco. Quindi scarpe comode, zaino in spalla e un bagaglio di curiosità e si parte verso luoghi poco affollati e immersi nella natura, a contatto con le tradizioni e i sapori di quella terra.
I vantaggi del turismo lento
Il turismo lento è un turismo sostenibile ed ecologico: tutte le strutture che accolgono slow turists sono strutture ecofriendly, attente al risparmio idrico, che utilizzano fonti rinnovabili e rispettano le risorse locali sia dal punto di vista architettonico e sia dal punto di vista paesaggistico che enogastronomico.
Il contatto con la natura, i paesaggi e la terra è assicurato: ciò che nella vita frenetica di tutti i giorni può passare in secondo piano come un tramonto, gli alberi, la pioggia, il mare, viaggiando lentamente, riacquistano il peso che meritano.
Promuove e porta avanti le tradizioni locali: oggi molte mete prima sconosciute sono state promosse come destinazioni di ecoturismo e ciò ha reso possibile valorizzarne le autenticità e gli elementi culturali tipici.
Lo slow tourism è un toccasana per l’anima. Insegna il piacere della lentezza, che non è trascuratezza, ma prendere la vita con più calma, staccare la spina e assaporare a pieno ciò che ci circonda. Tornati a casa i viaggiatori si sentiranno arricchiti e appagati, oltre che più rilassati e in pace con se stessi, perché viaggiare “lenti” permette di vivere la propria avventura in modo più sostenibile, in contrasto con i ritmi frenetici a cui siamo abituati e nel pieno rispetto dell’ambiente che ci circonda.
Turismo lento: le destinazioni in Italia
Se viaggiare a breve raggio è diventata una necessità e una richiesta di molti soprattutto per ragioni di sicurezza – il 48% dei viaggiatori teme il rischio di quarantena tanto quanto il virus (dato OMS) – si sceglieranno destinazioni facilmente raggiungibili in auto in Italia.
E la meta è assolutamente meravigliosa. L’Italia ha tutto ciò che serve a un viaggiatore: cibo, vino, artigianato, moda, storia, mare e benessere.
Ci sono tanti tesori da scoprire: i borghi trasformati in alberghi diffusi, promossi da iniziative come le Bandiere Arancioni o i Borghi più belli d’Italia.
Oppure i cammini storici; in tutta Italia ce ne sono almeno 60: la Via Francigena con ben 45 tappe, il Cammino di San Francesco, il Cammino delle Cento Torri in Sardegna che si sviluppa lungo 400 km di costa, la Via degli Dei che collega Bologna e Firenze, il Cammino di San Benedetto che si sviluppa per circa 300 km in 16 tappe o il Cammino delle Pievi tra boschi sconfinati e silenzi avvolgenti nel cuore della Carnia.
E ancora i paesaggi montuosi che offrono tanti percorsi trekking tra le Alte Vie della montagna in Lombardia.
Il turismo lento promuove e valorizza le caratteristiche più a cuore dell’Italia e offre agli italiani stessi la possibilità di approfondire e scoprire il valore e la vastità del nostro patrimonio culturale e paesaggistico.
L’obiettivo del turismo lento è di lasciare ai turisti un ricordo indelebile dei luoghi visitati, arricchendo la loro esperienza di emozioni e sensazioni indimenticabili.